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Storia

Dalla vigna alla cantina l’unico passaggio possibile è il cuore

La storia di Villa, antico borgo nel cuore della Franciacorta e primo nucleo abitativo di Monticelli Brusati, si perde nella notte dei tempi

Accreditate ricerche storiche, effettuate nella zona di Monticelli Brusati, hanno portato alla luce tracce di famiglie nobili che popolavano questo luogo sin dal XV secolo. Fossili di semi antichi parlano di una viticoltura riconducibile addirittura all’epoca romana; successivamente, resti di tombe, narrano della presenza dei Galli.

Il nucleo abitativo, con il nome Ela, Villa nel dialetto locale dell’epoca, prende forma e si evolve nei secoli successivi, tanto che nel 1850 compare nelle mappe napoleoniche, nelle quali si evidenziano i pochissimi nuclei abitativi presenti a quell’epoca fra cui appunto l’antico Borgo Villa. Il destino di questa terra e di questo borgo, dove da sempre si sono prodotti importanti vini rossi, cambia definitivamente quando Alessandro Bianchi, fondatore e patron della storica cantina, se ne innamora.

1960

le prime bottiglie

Il genio imprenditoriale e la visione

È il 1960 quando Alessandro Bianchi all’età di 26 anni, si innamora di questo Borgo Antico. In quegli anni i latifondisti vendevano la terra, perché l’agricoltura non dava una fonte di reddito certa. In pieno boom economico, sarebbe stato più avveduto investire in finanza o nell’industria, ma Alessandro Bianchi, sebbene venisse dall’industria meccanica OMFB fondata con i fratelli, dove era il genio creativo di tutti i pezzi prodotti, vedeva in Villa il luogo della realizzazione della passione di sempre: la vita a contatto con la Natura e il suo divenire. Criticato dai più, poco appoggiato in famiglia, se non dal padre che sosteneva che la terra non avrebbe mai tradito, portò comunque avanti con convinzione e passione la sua scelta, che il tempo dimostrò essere, una visione lungimirante.

A quel tempo la fisionomia dell’azienda era del tutto diversa da come si presenta oggi. Vigeva ancora la mezzadria, la produzione vinicola non andava oltre a quella della cantina originale del ‘500 ed accanto ad essa primeggiavano le coltivazioni di granoturco, frumento, mentre la produzione del latte era ridotta ai minimi termini a causa degli ambienti poco salubri in cui alloggiavano le mucche ormai malate. Peraltro, in quegli stessi anni, ripetute grandinate avevano danneggiato e messo in difficoltà l’economia dell’intero Borgo e di chi ci viveva. Sembra di parlare di secoli fa, ma in realtà questo era ciò che appariva a chi si avventurava nella frazione Villa “solo” sessant’anni fa: tetti sfondati e abitazioni dei contadini senza il minimo necessario per una vita dignitosa. L’unica parte integra del Borgo era l’abitazione padronale, residenza estiva dei Signori di città.

Non proprietari, ma custodi

Eppure, l’amore per la terra e la passione per la natura fecero intravedere ad Alessandro Bianchi le enormi potenzialità di questo luogo dal punto di vista vitivinicolo. Decise, così, di riportare il borgo agli antichi splendori e valorizzare le potenzialità dei terreni di proprietà, con un approccio imprenditoriale e allo stesso tempo con la stessa sensibilità di chi non si sente proprietario, ma custode. Testimonianza di ciò fu anche il fatto che decise di non dare il proprio nome all’azienda, ma di mantenere quello originario del luogo: Villa. Fece inoltre togliere il diritto di edificabilità dai terreni di proprietà per garantire e consegnare alle generazioni future un luogo incontaminato e speciale.

La storia continua: il sogno diviene realtà

Da quel momento la storia di Villa comincia a rianimarsi e con essa la vita dell’antico Borgo e i suoi abitanti.

Alessandro Bianchi, pioniere in Franciacorta, con l’aiuto di validi consulenti, fa realizzare lo studio geopedologico di ogni singola parcella catastale che compone la proprietà. L’approccio scientifico e imprenditoriale, volto alla qualità e alla ricerca, ha la meglio sulla mentalità contadina delle massime rese. Tutto questo fa sì che già dai primi anni di attività si cominci a parlare di selezione dei terreni più vocati, di riduzione delle rese, di prove di cloni differenti, prove di vinificazione e più ancora dell’ulteriore diversificazione dei portainnesti in base alle diverse tipologie di terreni.

Da qui l’idea appunto della zonazione delle diverse parcelle, dettata dalla scelta di utilizzare solo uve provenienti dai vigneti di proprietà, consapevole dell’unicità del terroir di origine marina. Una grande biodiversità quindi, volta a creare, negli anni a venire, un parco vitato variegato e rispettoso delle caratteristiche specifiche di ogni suolo appartenente ai diversi microterroir, capace di dare origine a vini base dalle diverse sfumature e caratteristiche, vero tesoro di cui l’enologo può disporre.

1970

4.000 bottiglie di Franciacorta - 30.000 vini fermi

Le prime bottiglie di “vini tranquilli” e Il primo millesimato della Franciacorta

Sebbene da sempre a Villa si fossero prodotti grandi vini rossi, venduti sfusi, è nel 1974 che viene imbottigliata la prima bottiglia di vino: Pinot di Franciacorta DOC, vino bianco, e Franciacorta DOC, vino rosso, che allora erano definiti tranquilli. Questi vini riscuotono un grande successo, tanto che l’anno seguente, nel 1975, ad Asti, patria della spumantistica e punto di riferimento dell’enologia italiana, Villa Franciacorta conquista la prima Medaglia d’oro Douja d’Or per il rosso Franciacorta DOC.

Il tempo a Villa Franciacorta è sempre stato la cifra distintiva di un agire che non accetta scorciatoie. Ecco, quindi, che solo nel 1978, dopo un lungo periodo di studi durato ben 18 anni, nasce il primo Franciacorta millesimato di casa Villa: Il Pinot di Franciacorta Methode Champenoise. Fin da subito si rivela un vero cavallo di razza e riceverà nel tempo molti riconoscimenti. Pinot di Franciacorta Methode Champenoise Villa 1978, è il primo millesimato prodotto in Franciacorta fra tutte le maison oggi presenti sul territorio. Oggi, come allora, per Villa Franciacorta produrre solo millesimati, fa parte del proprio credo.

Le cantine nascoste e i muretti a secco

Negli anni Settanta l’azienda comincia a subire le prime trasformazioni. In un’ottica di Sviluppo Sostenibile e di rispetto, volendo preservare il paesaggio e la natura del borgo Villa, si sono realizzate, scavando sotto la collina, le cantine, il cui unico impatto visivo percepito dall’esterno sono i portoni d’ingresso adagiati ai piedi del declivio. È proprio in questi anni che si inaugura la prima cantina ricavata sotto la collina attigua a quella del ‘500 per accogliere le prime 4000 bottiglie di Spumante Pinot di Franciacorta Methode Champenoise Villa 1978.

Contemporaneamente al recupero dell’antico borgo si lavora per il ripristino dei vigneti terrazzati sulla collina a gradoni. Un lavoro minuzioso e certosino che richiede abilità e grandi competenze. Il terroir di questo vigneto, unico nel panorama franciacortino, per il suo pregio, è valso il lavoro al quale l’azienda attribuisce maggiore importanza, con uno sforzo incredibile per il rifacimento dei muretti a secco di origine gallica, con una pendenza che raggiunge il 45%. Con la stessa attenzione vengono studiate le viti esistenti e creati cloni dalle vecchie viti di Chardonnay di oltre 40 anni e dalle viti di “Burdunsì mager” poi classificato come Cabernet Franc.

1980

4.000 bottiglie di Franciacorta - 30.000 vini fermi

Villa Franciacorta da azienda mista si trasforma gradualmente in azienda esclusivamente vitivinicola, concentra tutte le sue forze e in breve tempo la qualità e l’eccellenza diventano l’obiettivo dell’azienda.

Nel 1980, il primo spumante Franciacorta della storia di Villa si aggiudica la medaglia d’oro sempre ad Asti, ma, la lunga serie di riconoscimenti e conferme, per l’ottimo percorso che l’azienda sta facendo, è appena iniziata. È il 1981 e con il Franciacorta rosso, il Franciacorta bianco e il Pinot di Franciacorta methode Champenoise sono tre in totale gli ori conquistati. Di certo però, la più grande soddisfazione e conferma per l’azienda, sarà apprendere che proprio il Villa Pinot di Franciacorta Methode Champenoise, quello stesso anno, sarà servito al convegno nazionale Enologi ed Enotecnici come portavoce dello spumante italiano.

Nel 1988 si inaugura la nuova grande cantina che rappresenterà il vero cuore pulsante dell’azienda. Ancora una volta ricavate sotto la collina, le nuove gallerie, diventano il luogo ideale per le loro caratteristiche di buio silenzio e perfetta isotermia, per conservare gelosamente circa un milione di bottiglie, accatastate a mano, una ad una, per riposare sui lieviti e lasciare che il tempo, ingrediente fondamentale, renda ogni bottiglia speciale.

1990

90.000 bottiglie di Franciacorta - 30.000 vini fermi

Consorzio di Franciacorta

Arriva il 1990 e Alessandro Bianchi ha l’intuizione, insieme a ventotto colleghi produttori, di fondare il Consorzio di Franciacorta e con loro sottoscrivere un Disciplinare con regole ferree per garantire una produzione di grande qualità. Nasce quindi il Consorzio di Franciacorta ed è proprio Alessandro Bianchi a convincere alcuni colleghi ad abbandonare la produzione di spumanti con metodo Charmat (Martinotti) e intraprendere la strada della qualità cioè quella del “metodo classico”, con rifermentazione in bottiglia. Consorzio di Franciacorta che nel 1995, a soli 5 anni dalla sua nascita, ottiene il riconoscimento della prima DOCG d’Italia.

Dopo alcuni anni, iniziano i lavori di lento recupero e restauro di quelle che erano le vecchie abitazioni dei salariati del borgo. Grazie alla figlia Roberta Bianchi, che all’epoca alternava studi di Scienze Biologiche alla presenza in azienda, viene restaurato completamente e nel 1990 viene inaugurato l’agriturismo Villa Gradoni. Sorto ai piedi della collina omonima, Villa Gradoni rappresenta un altro esempio concreto di lungimiranza nella storia aziendale, un approccio all’accoglienza in un periodo in cui le cantine dimostravano totale chiusura al settore turistico. È infatti tra i primissimi agriturismi italiani presenti agli albori degli anni ’90. Precursore di una tendenza che si diffonderà solo molti anni dopo.

Salone delle feste

Viene ristrutturata la sala di climatizzazione: un importante spazio, fra il tetto e le cantine, destinato a raffrescare le cantine sottostanti grazie all’apporto delle correnti fredde che la sera scendono naturalmente dalla collina verso la zona più pianeggiante. Questo luogo, dal fascino d’altri tempi, sarà da quel momento testimone di bellissime feste, momenti studio e interessantissime verticali delle preziose bottiglie della collezione privata.

2000

180.000 bottiglie di Franciacorta - 50.000 vini fermi

Vita Nova

Il nuovo millennio si apre festeggiando con preziosissimi Jeroboam, millesimo 1996, a tiratura limitata, decorati con una formella in ottone, dello scultore Mario Rossello raffiguranti l’albero della vita. Vita Nova diventerà un premio istituito dall’azienda da riconoscere a coloro che meglio si sono distinti nelle arti, nella cultura, nel sociale e nei mestieri. Fra i premiati Ermanno Olmi, per aver saputo raccontare la vita contadina, il Prof. Bertelli per aver scoperto nel vino la molecola del resveratrolo e Padre Kizito Sesana sacerdote missionario in Zambia, Kenya, Uganda, per le sue battaglie sui diritti umani e la pace.

Dedicata interamente alla vinificazione del Franciacorta con piccoli carati e vasche in acciaio, questa cantina di vinificazione permette di separare definitivamente affinamento da vinificazione, liberando le grandi gallerie capaci di accogliere oltre un milione di bottiglie destinate a lunghi affinamenti che Villa Franciacorta sta sempre più perseguendo arrivando addirittura a 15 anni sui lieviti.

Nel 2001 vengono inaugurati altri appartamenti di Villa Gradoni Charme & Nature Rinnovato il parco giochi, area barbecue e creata la piscina per i piccoli oltre a quella già esistente per gli adulti

Nel 2001, con l’obiettivo di promuovere la cultura del Franciacorta a tutto pasto, prende il via un concorso internazionale indetto da Villa Franciacorta che coinvolge i migliori chef stellati e non, dell’alta ristorazione: nasce Sparkling Menù. Protagonista del concorso è Cuvette, il Cru di Villa Franciacorta. Un vino importante, complesso, allo stesso tempo dotato di grande sapidità e ottima freschezza tanto da poter essere declinato a tutto pasto; un vino al quale ispirarsi per creare piatti che siano il perfetto matrimonio cibo /vino. Un’altra volta Villa franciacorta è portatrice di innovazione, con una visione pionieristica che amplia l’uso della bollicina, non relegandola più al semplice aperitivo o ai momenti di festa.

2010

250.000 bottiglie di Franciacorta - 50.000 vini fermi

50 anni di Villa Franciacorta

Grande festa per i primi 50 anni di Villa Franciacorta! Alla presenza di più di 300 ospiti, Roberta dona al padre Alessandro il Franciacorta RNA: Riserva Nobile Alessandro Bianchi a suggello di un ambitissimo e felice traguardo, quello di aver realizzato un grade sogno: “far rinascere come una fenice dalle proprie ceneri, questo Borgo semiabbandonato e proiettarlo verso un futuro di grandi successi, consegnandolo rinnovato e valorizzato alle generazioni future nei secoli a venire”

La mostra fotografica nell’antico fienile, magico open space, racconta la storia di 50 anni dell’azienda agricola, della rinascita di un borgo, della magia di momenti che, anche attraverso le immagini, tornano a rivivere ed emozionare

Una bollicina per un sorriso

“Cosa c’è di più bello di festeggiare un grande e ambizioso traguardo come i primi 50 anni di Villa Franciacorta e farlo con chi è meno fortunato di te!” Ecco come nasce l’idea di Roberta Bianchi di dedicare il progetto “Una bollicina per un sorriso”, perché attraverso un brindisi si sia potuto donare l’intero ricavato alla creazione di scuole di strada ad Haiti dando un pasto certo, la possibilità di vivere durante la giornata lontani dagli slams e ricevere l’istruzione vero patrimonio di futuri uomini e donne che possano mirare ad un riscatto sociale. È l’inizio di operazioni di sostegno alla Fondazione Francesca Rava tutt’oggi nel cuore di Roberta Bianchi, sempre aperta a nuove sfide come con l’associazione “Ninos que esperan” di Santo Domingo, realtà queste che garantiscono il buon fine di ogni singolo euro versato. “Donare è il più bel regalo che puoi fare a te stesso!”

Roberta Bianchi ha sempre puntato sull’accoglienza, fortemente convinta che “far toccare con mano” e far respirare la propria filosofia sia il modo migliore di comunicare. Vengono ricavati, nell’antico granaio e nelle vecchie logge, della villa antica, nuovi spazi per degustazioni e accoglienza, nonché la galleria dei tanti premi ricevuti. Vengono Inoltre ricavati altri nuovi appartamenti che per un’offerta turistica che amplifica la forza comunicativa dell’azienda

2020

250.000 bottiglie di Franciacorta - 50.000 vini fermi

Questo anno, tristemente famoso, non risparmia Villa Franciacorta: viene a mancare Alessandro Bianchi. “Continuerà a vivere in questo Borgo incantato, fin nei più piccoli scorci e anfratti che con tanta attenzione ha inteso preservare”.

Attraverso il suo agire, Alessandro Bianchi, vero Genius Loci, dall’età di 26 anni ha teso la mano a questo vecchio borgo facendolo rialzare condividendo con lui la propria vita, ogni giorno, fino all’età di 86 anni.

La seconda generazione

Roberta Bianchi, però, è colei che fin da piccola respira l’amore per questa terra e con orgoglio incarna appieno l’anima del padre, portando avanti il suo grande sogno. Laureata alla Facoltà di Fisica e Matematica in Scienze per l’ambiente e lo Sviluppo Sostenibile nel 2004, porta ricerca, innovazione e sostenibilità Ambientale ad essere le cifre distintiva del suo agire.

Nuovi spazi, nuove idee, nuove opportunità

Si inaugura così la Nuova cantina, anche questa completamente interrata con una sala di vinificazione, sala degorgemant dedicata, laboratorio e funzionali spazi per lo stoccaggio del prodotto finito cosicché tutto, dall’uva alla bottiglia etichettata, avvenga attraverso un percorso monitorato e validato secondo il protocollo ISO 14001, certificazione ambientale riconosciuta a livello mondiale.

Ma è il nuovo laboratorio la vera chicca, dove costantemente in fase di vendemmia e tiraggio, vengono studiati e monitorati i lieviti autoctoni con brevetto Villa franciacorta. I docenti, referenti di cattedra del dipartimento di microbiologia dell’Università di Firenze, corso di enologia, sono personalmente presenti in queste delicate fasi per impostare e verificare il corretto protocollo al fine di agevolare il corretto “viaggio” della fermentazione e rifermentazione.

“Far rinascere un borgo dimenticato e riportarlo alla vita, intuire le potenzialità dei terreni mettendoli nelle condizioni di esprimersi per dare origine a vini di grande spessore, preservare la natura dall’abusivismo edilizio e dall’omologazione. Ecco cosa possono la passione e l’amore per la terra quando fanno parte di te, quando sono il patrimonio genetico che hai ricevuto dai genitori e che ti porta ad agire come per anni hai visto fare e farlo con umiltà”

Roberta Bianchi

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